Tra cielo e terra: da Ermete a George


L’uomo conosce sé stesso e conosce anche il mondo, evidentemente perché si ricordi del suo compito e riconosca di quali cose debba servirsi e a quali debba servire.

Asclepio, Ermete Trismegisto

Ermete Trismegisto è una delle figure cardine dell’esoterismo fin dalla notte dei tempi e i suoi principi esoterici sono alla base di molte religioni. Il suo nome, che in lingua greca significa letteralmente “Ermete il tre volte grandissimo“, è chiaramente accostato, nella cultura e nella religione greca, al dio olimpico Hermes.
Le sue origini sono, però, molto più antiche: Hermes, infatti, altro non è che la sovrapposizione greca, avvenuta in epoca ellenistica, del dio egizio Toth, dio solare della scrittura, il quale, alla pari di Hermes, è psicopompo, ovvero, accompagnatore di anime nell’oltretomba. In epoca romana, poi, il dio Toth-Hermes diventa Mercurio e la stessa sorte tocca ad Ermete, che a Roma è conosciuto con il nome di Mercurio ter Maximum. Il tre volte maestro è considerato tale, in Egitto come in Grecia, in virtù del suo triplice ruolo di sacerdote, di filosofo e mago, di re e legislatore. Egli diviene simbolo (syn-balein = legare, unire) di quel periodo nella storia umana in cui sacerdozio, legislatura e regalità coesistono in un unico governo. Scrisse di lui per la prima volta Erotodo, nel 450 a.C., attribuendo il suo nome a quello di un dio. Conosciuto dai filosofi ellenici, Ermete diviene emblema dell’Uomo saggio, dell’Iniziato ai misteri della ricerca del Vero. Durante il Rinascimento vengono riscoperti alcuni libri in greco, noti come Hermetica, risalenti al XI secolo e attribuiti ad Ermete Trismegisto. Tra questi libri, tradotti in italiano dell’epoca da Ficino e conosciuti collettivamente col nome di Corpus Hermeticum, sono con qualche certezza attribuibili ad Ermete solo la Tavola Smeraldina, i Libri sublimi e i Misteri Eleusini. Ermete diventa, così, il padre dell’Alchimia ed ispiratore del neoplatonismo rinascimentale e di quella corrente filosofica che da lui prende il nome: l’Ermetismo.
La tradizione gnostica attribuisce al nome di Ermete Trismegisto il significato di tre volte incarnato. Secondo gli gnostici, infatti, Ermete avrebbe vissuto in Egitto tre vite distinte e soltanto nell’ultima si sarebbe ricordato di sé stesso, o, meglio, come sostengono gli gnostici, riconobbe sé stesso. Accadde, cioè, che mediante un “atto straordinario e illuminatore” Ermete riprese coscienza del suo Io autentico.
Un evento simile, riportato dal quotidiano statunitense National Review del dicembre 1880 e narrato da Wesley Bradshaw, racconta di alcuni visioni avute dal nostro Fratello George Washington durante la guerra d’indipendenza mentre era bloccato a Valley Forge con il suo esercito durante l’inverno del 1777. Durante un momento di raccoglimento e preghiera, racconta a Bradshaw uno dei luogotenenti di Washington Anthony Sherman, George Washington ricevette la visita di “una donna di singolare bellezza” che gli mostrò tre eventi distinti: la nascita, lo sviluppo e il destino degli Stati Uniti d’America. Sorpresi?

Noi come sempre appendiamo il telefono…